
ascesa, torna in discussione. Si possono riassumerecosì dubbi e sensazioni che affollano la
mente dei protagonisti dell’industria del turismodopo il crash di Costa Concordia. Un evento più
unico che raro nella casistica della crocieristica, eppurel’effetto mediatico, da cui la vicenda è stata caratterizzata, anche a livello internazionale, ha fattovenire più di una perplessità al mercato dei consumatori, con dinamiche diverse da paese a paese.Anche i media, si accusa, hanno recitato un ruolo importante. Forse è vero, ma di attori protagonistinel teatrino che si è scatenato dopo l’incidente, sono stati in tanti. Di sicuro non avremmo mai chiesto adun naufrago, appena il giorno dopo, quanto tempo debba servire affinché possa rimettere piede su una nave da crociera. E non ci saremmo nemmeno industriati fin dalla mattina dopo a calcolare la cifra da chiedere alla Compagnia come risarcimento danni. Tanto meno sarebbe stato necessario contestare fin da subito la presunta poca affidabilità dei moderni colossi del mare, protagonisti di un ‘divertimentificio’sul quale campano decine di migliaia di famiglie.
In Italia invece si fa, con gli effetti collaterali che si possono immaginare. E dall’estero non si aspettava niente di meglio per poter sparare sulla nostra già disastrata immagine.
LE CROCIERE NON SI FERMANO Impensabile,ovviamente, uno stop ad un flusso che ormai anche in inverno riesce a movimentare i traffici nel Mediterraneo.Per non dire dei Caraibi e di tante altre zone del mondo. È vero, però, che qualche strascico, l’incidente dell’Isola del Giglio se l’è portato appresso. Dal mondo delle agenzie arriva la conferma che,anche se in piccola percentuale, ci sono state cancellazioni o deviazioni nelle decisioni da una tipologiadi vacanze all’altra. Ed in qualche porto gli operatori hanno fatto sapere che fra le Compagnie,c’è chi ha annullato impegni presi per le prossime settimane a livello di servizi. Proprio da MSC Crociere e Royal Caribbean, coprotagonisti prima ancora che principali competitors di Costa Crociere nel Mediterraneo, arriva l’incoraggiamento all’amico/nemico. “Da uomini di mare come noi, il primo sentimento è quello della solidarietà – dice Domenico Pellegrino, direttore generale della MSC di Gianluigi Aponte - per chi ha pagato con la vita quanto avvenuto e poi per una Compagnia che ha fatto la storia di questo settore e vive un momento di difficoltà e non merita assolutamente quanto sta accadendo.L’augurio è di ritrovarla al più presto combattiva come sempre nelle agenzie e preferiamo lasciare ulteriori commenti alle associazioni di categoria”. Pellegrino nega cali di attenzione del mercato, ma fa intendere che le antenne restano pronte a captare.
fontel Giornale del TurismoCollegati: http://viaggieweekend-montagna.blogspot.com/
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